Tra scuola e rispetto della costituzione repubblicana

Ha suscitato scalpore la presentazione on line dell’istituto comprensivo di via Trionfale a Roma in cui viene fatta una descrizione della popolazione scolastica dei vari plessi attraverso una connotazione di estrazione sociale basata sul reddito.

Ancora una volta sono ammirata dalla capacità del “Manifesto” di azzeccare i titoli: “CENSO LA QUALUNQUE” era quello di ieri.

Ciò che fa riflettere è lo stupore del consiglio d’istituto per la giusta reazione suscitata dalla vicenda, ma quello che mi chiedo è per quanto tempo ancora la società sarà in grado di provare un moto d’indignazione per fatti come questo o come quello analogo di circa due anni fa del liceo Visconti. In quel caso la preside candidamente dichiarava sul portale del ministero della pubblica istruzione: «Qui alto-borghesi e senza disabili»aggiungendo poi «Siamo nel centro di Roma, non a Tor Bella Monaca, è un dato di fatto di cui non possiamo vergognarci».

Certo, sono casi limite (per ora) ma il mio forte timore è che possa entrare nel sentire comune che poi in fondo non c’è niente di così grave in queste dichiarazioni! Purtroppo una visione aziendalista della scuola ha prodotto danni gravissimi: gli studenti vengono etichettati in modo funzionale ai datori di lavoro, si è persa completamente di vista la finalità della scuola che è quella di includere, di sviluppare le capacità critiche, di combattere le disuguaglianze. La riforma di Luigi Berlinguer con l’introduzione dell’autonomia e con essa di una visione mercantilistica dei saperi ha segnato il calcio d’inizio per un modello di istruzione in cui purtroppo cercano legittimità affermazioni come quelle delle due vicende descritte che farebbero sicuramente rigirare Piero Calamandrei nella tomba! Certo così ci stiamo sempre più allontanando dal suo concetto di “Scuola della Costituzione”! Stefania Amarugi circolo PRC Grosseto